Riportiamo un articolo pubblicato il 20 novembre 2020 sul sito Romasette.it su Don Oliviero Pelliccioni, romano di Torpignattara, sempre al fianco dei lavoratori, che ha speso la sua vita alla stazione Termini, tra i ferrovieri e i passeggeri.
Don Oliviero ha preso il treno che lo conduceva alla stazione desiderata pochi giorni prima del Natale 2019. Aveva 89 anni. Una vita spesa tra i binari della stazione Termini, tra i ferrovieri e la gente di passaggio, e a curare la pastorale del mondo del lavoro come coordinatore dei cappellani del lavoro. Romano di Torpignattara, il quartiere popolare sulla Casilina dove era nato nel 1930, sin da bambino aveva desiderato diventare prete. Ma la chiusura del Seminario Minore di Roma a causa della guerra lo portò lontano dalla sua città . A 12 anni, nel 1942, venne accolto a Bologna nel Collegino dei Buoni Fanciulli, un piccolo Seminario per i figli del popolo. L’istituto era stato aperto in via Zamboni da don Filippo Cremonini (1879-1970), sull’esempio di quel che aveva fatto a Verona don Giovanni Calabria. In quell’ambiente il piccolo Oliviero completò gli studi, ricevendo l’impronta determinante della sua vocazione. Infatti, a partire dal 1949, per volontà del cardinale Nasalli Rocca, il Collegino divenne Seminario Onarmo (Opera di Assistenza Religiosa e Morale agli Operai) per la formazione dei cappellani del lavoro. Il giovane, dunque, venne ordinato sacerdote il 3 maggio del 1954 a Bologna, pur destinato alla Chiesa di Roma, dal cardinale Giacomo Lercaro.
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